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Eco Fashion

La simbiosi con il territorio di Vitale Barberis Canonico

Oltre 350 anni di storia per l’azienda che ha sede tra i monti del Piemonte e ora, dopo aver conservato il ciclo completo di lavorazione e aver investito in sostenibilità ambientale, economica e sociale, si distingue per il sostegno al progetto di rilancio della pastorizia nomade nelle Alpi.

La vita a Pratrivero ruota inevitabilmente intorno a un’azienda. Siamo in un comune, Valdilana, frutto della fusione di quattro piccoli comuni del Biellese e la scelta del nome evidenzia la vocazione produttiva del territorio. Qui si producono le lane migliori del mondo e nel borgo di Pratrivero, a quasi seicento metri di altitudine, c’è Vitale Barberis Canonico, lanificio storico le cui origini risalgono al 1663, che occupa oltre 400 dipendenti, praticamente l’intera comunità.

Il report di sostenibilità e la visione a lungo termine

Le persone sono il pilastro fondamentale della nostra attività, per questo ne curiamo la professionalità e la competenza.

Così si legge nel report di sostenibilità del 2020 curato dall’azienda. Un anno complesso, quello a cui si riferisce il documento, perchè proprio il dilagare della pandemia ha dettato la nuova priorità di Vitale Barberis Canonico: tutelare la salute delle risorse umane con l’implementazione di misure straordinarie anti-Covid, che si sono rivelate efficaci grazie alla responsabilità e all’impegno di tutti. «Per noi, contribuire allo sviluppo del territorio dove operiamo è sempre stata la priorità» afferma Lucia Bianchi Maiocchi, csr manager ed esponente di tredicesima generazione assieme al ceo Alessandro Barberis Canonico e al direttore creativo Francesco Barberis Canonico.

Coltivare talenti, creando un legame indissolubile con la comunità locale, e garantire ambienti sicuri e condizioni di lavoro stimolanti per far emergere i dipendenti più meritevoli è il modus operandi di quest’impresa. Alla base ci sono 350 anni di storia e il fatto di essere una società solida e di proprietà familiare: tutte condizioni che permettono a Vitale Barberis Canonico di ragionare a lungo termine, avviando strategie non vincolate al ritorno immediato degli investimenti.

Lotta agli sprechi

La sostenibilità dell’azienda si fonda sul processo produttivo, che parte da materie prime di nobile origine (lane perlopiù australiane) e massimizza la resa per evitare di generare sprechi. La percentuale di scarto non riutilizzabile è stata ridotta all’1,5% e il rispetto di una risorsa naturale come l’acqua ha spinto la proprietà a investimenti che hanno permesso un crescente utilizzo in produzione di risorse idriche recuperate dal processo stesso, con l’obiettivo del 35-40% di acqua depurata sul totale degli impieghi. L’energia elettrica utilizzata proviene totalmente da fonti rinnovabili, i rifiuti generati durante il processo produttivo sono per il 14% riciclati e per l’83% recuperati parzialmente; solo il 3% è destinato allo smaltimento. Vitale Barberis Canonico vanta dal 2019 la certificazione ambientale Iso 14001. L’azienda produce 100% Made in Italy e garantisce la tracciabilità della fibra “dalla pecora al tessuto”.

Ambiente all’altezza

Fin dagli anni Ottanta del secolo scorso, l’attenzione verso la qualità dell’ambiente di lavoro ha portato Vitale Barberis Canonico a proteggere i dipendenti con l’inserimento di campane di abbattimento dei rumori in tessitura e, dallo scorso anno, all’adozione di esoscheletri indossabili che supportano gli operatori nella movimentazione e nel sollevamento di carichi. Grazie a queste e ad altre attenzioni, il suo reparto tessitura viene considerato il più silenzioso al mondo. Il welfare aziendale è garantito da diverse assicurazioni tra cui quella sanitaria integrativa e la polizza vita per tutti i dipendenti, oltre la metà dei quali sono donne. «Il nostro percorso verso la sostenibilità prevede massime attenzioni verso le persone, l’ambiente e il prodotto, compresa la sua tracciabilità» precisa Bianchi Maiocchi. Uno sforzo che viene oggi premiato dal consumatore, sempre più attento a queste tematiche. «La sostenibilità vera però ha un costo, perchè è produzione responsabile, e va condiviso all’interno della filiera» aggiunge la csr manager dell’azienda.

Le sette fasi per un tessuto sostenibile

Tutto questo è stato reso possibile, naturalmente, dalla qualità del prodotto. Il ciclo di produzione di Vitale Barberis Canonico parte dalla selezione delle materie prime e poi affronta, in sequenza: lavaggio, pettinatura, filatura, tintura, orditura, tessitura e finissaggio. Ogni fase è gestita internamente per avere il controllo del processo e tenere alta la qualità. I destinatari di questi tessuti, del resto, sono i più importanti brand mondiali della moda e del lusso. Tante le collezioni, tra cui spiccano quelle della linea Hope, acronimo di How to optimise people and environment. Si tratta di una gamma di tessuti sostenibili frutto di ricerche che partono proprio dall’allevamento e dal rispetto degli animali, per poi arrivare all’applicazione di processi produttivi che riducono l’utilizzo di prodotti e coloranti chimici. Da qui la scelta di avvalersi di tecniche antiche come la tintura con pigmenti naturali per offrire una gamma cromatica più ampia.

Filiera moda a km zero

Inoltre, proprio con la linea Hope, Vitale Barberis Canonico ha dato il via a un nuovo progetto di filiera moda a km zero, sostenendo l’allevamento di capi di razza biellese e il metodo della pastorizia nomade che opera negli alpeggi ai piedi dei ghiacciai alpini. La particolare situazione climatica e la qualità della vita di queste pecore sono determinanti per il risultato: una lana vigorosa, rustica e dalla finezza ordinaria, usata per tessuti da cappotto.

I risultati economici

Dopo il calo importante (-40%) del 2020, l’anno appena concluso è stato caratterizzato da un buon recupero, seppur condizionato dalle incertezze della parte iniziale e dalla flessione dell’abbigliamento informale che resta il principale utilizzo dei tessuti prodotti da Vitale Barberis Canonico. Il ritorno alla vita “normale” e la fine del ricorso massiccio allo smart working, insieme alla ripartenza delle cerimonie, daranno ulteriore impulso al business nel corso di quest’anno. «Osserviamo una ripresa importante della domanda negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone» affermano da Pratrivero. È chiaro che la moda si è spostata negli ultimi anni in ambiti diversi da quelli di riferimento storico per Vitale Barberis Canonico e l’azienda ne ha tenuto conto, diversificando le collezioni e potenziando la ricerca di nuovi prodotti, ma la ripresa ora è concentrata proprio sull’abbigliamento formale e questo sosterrà maggiormente le vendite per il 2022.

La forza dell’archivio

Oltre duemila volumi di tessuti custoditi all’interno dell’azienda. È davvero importante lo sforzo compiuto da Vitale Barberis Canonico nella conservazione dei libri di stile, alcuni dei quali hanno più di 200 anni. «Il futuro è credibile se conosciamo il nostro passato. In azienda abbiamo una vera e propria cultura dell’archivio» afferma Lucia Bianchi Maiocchi. Questa cultura ha spinto l’azienda a rendere consultabile online il proprio patrimonio e a fornire a Fondazione Fashion Research Italy i campioni della sua linea sostenibile Hope «affinchè sia un punto di partenza creativo per le produzioni sostenibili del futuro, vicino o lontano che esso sia».


Andrea Guolo
Giornalista professionista specializzato in economia, scrittore e autore teatrale, ha pubblicato libri per le edizioni Franco Angeli, San Paolo Marsilio, Morellini, tra cui La borsa racconta (2007, Franco Angeli), Uomini e carne. Un viaggio dove nasce il cibo (2009, Franco Angeli), Costruttori di bellezza (2014, Marsilio) e #IoSiamo. Storie di volontari che hanno cambiato l'Italia (2021, San Paolo). Fondatore e direttore di ItalianWineTour.Info, attualmente scrive per gli editori Class (Mf Fashion), Condé Nast (Vogue Italia), Gambero Rosso, Gruppo Food e per altre testate italiane ed estere.

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