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Fashion Journal

Archivi Moda

Gli archivi di moda d’oltralpe: una storia che si lega al Saper fare italiano

Già da qualche anno, gli archivi di impresa cresciuti in seno alle aziende di moda più importanti del panorama italiano tengono banco non solo nelle conversazioni tra archivisti e conservatori, ma anche in quelle tra i manager incaricati di mettere a reddito l’immenso valore materiale e immateriale stratificato tra armadiature e scaffali.

È ormai indubbio che le aziende che nei decenni appena trascorsi si sono dedicate alla conservazione della loro memoria, oggi godano di un posizionamento economico e reputazionale senza pari: l’archivio storico aziendale ha dimostrato infatti di saper funzionare da strumento strategico della comunicazione, collante delle diverse anime aziendali, suggeritore di storie, ispiratore di prodotti, ma soprattutto da generatore di affezione per il pubblico di riferimento. Un complesso di significati per lo più immateriali, che creano un vero e proprio senso di appartenenza nel cliente abituale e in quello potenziale; a patto che al posseduto storico si cominci a riconoscere la dignità di heritage.

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Etro e il suo archivio storico: il valore che è valso l’acquisizione francese

È probabilmente tra queste righe che andrebbero lette le intenzioni dei francesi del fondo di investimento L Catterton di Bernard Arnault, che recentemente hanno deciso di diventare i proprietari dello storico marchio del lusso fondato a Milano nel 1968 da Gerolamo Etro.

Sinonimo di un gusto raffinato che attinge a piene mani dalla tradizione tessile orientale e dai suoi affascinanti motivi cachemire, il brand ha costruito la sua fortuna sulla ricerca, che certamente non avrebbe avuto gli stessi esiti senza il suo meraviglioso archivio storico; una collezione tessile che la famiglia Etro ha raccolto in cinquant’anni di storia dell’azienda e in altrettanti di viaggi, che spazia da paramenti sacri del Settecento ai preziosissimi esemplari di kimono giapponesi e i disegni a guache che ogni anno vengono realizzati per le collezioni, a cui si aggiunge una biblioteca corposissima.

Qui risiedono le radici dei tessuti jacquard a disegno paisley da cui tutto è partito: un DNA e un patrimonio tutto italiano, che custodisce conoscenza e, soprattutto, maestria, quali preziosi elementi che nel mondo sono ancora sinonimo di italianità.

Non sorprende dunque che la scelta di Arnault sia caduta proprio su questo brand, per la capacità di riassumere — anche tramite il suo archivio storico — le caratteristiche di raffinato saper fare che lo rendono riconoscibile: acquisizioni a parte, sono queste le ragioni che devono indurre le aziende a costituire il proprio archivio, consolidando così una reputazione che può solo crescere, se debitamente alimentata da un heritage stratificato.

Louboutin: le suole rosse negli archivi delle manifatture italiane

Un altro archivio storico — questa volta di nascita francese — che, a ben guardare, rivela stretti legami con l’Italia e la sua tradizione manifatturiera è quello della maison Louboutin, nota a livello mondiale per le sue stiletto dalle suole rosse.

Sin dalla nascita nel 1991, il fondatore della Maison Christian Louboutin e Monsieur Nazak, uno dei primi collaboratori, si sono preoccupati di raccogliere con cura scarpe, annotazioni tecniche e taccuini di consegna, col fine ultimo di proteggere e tramandare anzitutto una prassi stilistica che, col tempo, si è trasformato in un vero e proprio patrimonio che per anni ha atteso di trasformarsi in archivio.

Nel frattempo anche la piccola manifattura italiana che presiede all’industrializzazione delle calzature si è dotato di un archivio completo dei modelli e delle foto di campionario, che datano dagli anni ’90 in poi, assicurando ai posteri il vero tesoro della maison: va da sé che senza la sistematica archiviazione e catalogazione consapevole dei prodotti realizzati di anno in anno, sarebbe stato difficile tutelare la propria riconoscibilità sul mercato e procedere nella produzione nell’arco del tempo con la medesima cura dei dettagli.

Eppure l’heritage department della Maison è formalmente nato solamente nel 2016, evidenziando come la costituzione di un archivio di impresa sia cosa ben diversa dalla semplice raccolta di materiali utili a raccontare e ricostruire la propria memoria, ma che è altresì necessario che il posseduto — indipendentemente dalle dimensioni — venga correttamente descritto, catalogato e digitalizzato: solo così può trasformarsi in un archivio e giustificare un dipartimento dedicato, solo così può supportare i vertici nelle scelte di valore del futuro, contribuendo attivamente al consolidamento e, a volte, alla creazione stessa, dell’identità di un brand.

Se siete interessati ad approfondire necessità, caratteristiche e strumenti degli archivi di impresa moda, la Fondazione Fashion Research Italy propone il corso Archivi della moda. Come si costituisce un archivio tessile e moda che si terrà dal 13 al 15 ottobre 2021 a Bologna. Sono aperte le iscrizioni!


Claudia D'Angelo
Responsabile dell’archivio di textile design e del progetto Punto Sostenibilità della Fondazione Fashion Research Italy di Bologna, è anche curatrice del percorso Archivi della Moda e del corso Green Fashion. Necessità e strumenti per una moda sostenibile, svolgendo anche attività di consulenza e di divulgazione per la costituzione e valorizzazione degli archivi di settore. È stata inoltre responsabile dell’archivio digitale di Aeffe Fashion Group, di cui ha curato la prima costituzione. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia dell’arte contemporanea all’Università di Bologna ed è stata Visiting PhD presso l’Harvard University (USA), conducendo attività di ricerca sui temi della moda e dell’arte contemporanea.

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