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Fashion Journal

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Gli NFT e la moda digitale

Vi ricordate The Sims? Il videogioco in cui era possibile “vestirsi” con abiti virtuali? Oggi è diventato realtà. Dai primi approcci alla realtà aumentata (AR) e realtà virtuale (VR), le maison di moda sono passate all’utilizzo degli NFT, tecnologie avanzate supportate dalla blockchain in grado di permetterci di acquistare e collezionare abiti digitali unici ed originali.

Il connubio tra moda e tecnologie digitali all’avanguardia, anche se solo agli albori, sembra già ben riuscito. Infatti, i grandi marchi del lusso hanno colto subito i vantaggi nell’utilizzo di questi strumenti per aumentare la propria brand awareness e promuovere i propri prodotti, interagendo e includendo sempre più gli utenti e la propria community anche nel metaverso, una realtà virtuale all’interno della quale il consumatore interagisce fino a creare e fondere con essa la propria identità. Ma andiamo con ordine.

Cosa sono gli NFT?

Gli NFT, non-fungible token, sono asset crittografici creati con tecnologia blockchain e codici d’identificazione unici, distinguibili e non intercambiabili. La caratteristica che li differenzia dalle più famose criptovalute sta proprio nel fatto che mentre il denaro virtuale – ideato per lo scambio come i Bitcoin – può essere sostituito con un’altra criptovaluta identica, gli NFT equivalgono a certificati digitali collezionabili che permettono di accertare l’autenticità e la proprietà di un qualcosa di unico.

Nella maggior parte dei casi quando parliamo di token non fungibile facciamo riferimento ad asset digitali come arte, primo settore a trarre vantaggio da questa tecnologia, gif, videogiochi, musica e molto altro. Ma anche di moda, infatti non si sono fatte attendere le prime collaborazioni tra fashion brand e gli artisti del digitale.

Tra queste quella dell’azienda RTFKT e il digital artist Fewocious per la creazione di sneakers e relativi NFTs, andati sold out con un profitto di 3.1 milioni di dollari o gli accrediti della Paris Fashion Week accompagnati dagli NFT di Richard Haines, il rinomato illustratore di moda. Nel 2019, The Fabricant e Cartlings hanno collaborato per creare il primo abito blockchain solo ed unicamente digitale, venduto per $ 9.500.

Questi esempi dal mondo fashion oltre alla vendita per 5,4 milioni di dollari del codice sorgente del World Wide Web o del primo tweet tokenizzato per 2,5 milioni di dollari, devoluti poi in beneficenza, sono l’esempio che il valore di un NFT dipende esclusivamente dalla sua unicità e rarità a differenza della criptovaluta che cambia valore in base all’andamento del mercato digitale.

Opportunità degli NFT nel fashion

Se pensiamo quindi ai due valori fondanti dell’NFT, ossia unicità ed esclusività, capiamo subito perché, soprattutto per la moda di lusso, sia uno strumento in linea con le aspettative della clientela dei brand che operano in questo mercato. Ne sono un esempio i digital twin, che associano la dimensione fisica a quella digitale, in quanto un prodotto fisico come una borsa ha un corrispettivo gemello digitale, combattendo così il mercato della contraffazione, ne sono un esempio le CryptoKicks di Nike.

Oppure, rimanendo in ambito completamente digitale, la possibilità di dare vita a prodotti esclusivamente digitali e impossibili da realizzare nel mondo reale, pensati per la condivisione e l’utilizzo sui social network e nel mondo gaming, dove le designer skins sono già una realtà consolidata. Tra le più importanti le collaborazioni di The North Face, Gucci, Balenciaga, Prada e molti altri brand del mondo del lusso con gli attori del mondo del gaming, come Pokemon Go, Honor of Kings, Fortnite e GTA. O la collaborazione di Ralph Lauren con Snapchat.

Questa tecnologia può essere utilizzata dalle case di moda anche per offrire servizi ed esperienze uniche per eventi ed occasioni esclusive, coinvolgendo anche influencer e la loro community. Alcuni esempi di brand o personaggi che stanno già sperimentando la tecnologia NFT in questo senso sono:

  • LeBron James con il videoclip del tiro durante la partita contro i Sacramento Kings;
  • le Gif a tema taco di Taco Bell esaurite in trenta minuti dalla pubblicazione;
  • Clothia, un collettivo di fashion designer e creativi, che ha messo all’asta vestiti NFT che venivano acquistati dal cliente assieme al gemello fisico;
  • Tribute Brand, con l’iniziativa digitale di prodotti digitali ad un prezzo accessibile sotto i 100$;

Ostacoli alla diffusione dei non-fungible token

Dal 2019 ad oggi c’è stato sicuramente un aumento esponenziale di interesse verso questa tecnologia che nei prossimi anni potrebbe crescere fino a diventare un sistema di uso comune con funzionalità ed impieghi che oggi neanche immaginiamo, ma potrebbe riscuotere grande successo solo in alcuni mercati (come il QR code, utilizzatissimo in Cina e molto poco in Italia) o essere utilizzato solo da un certo target come la generazione z o collezionisti e curiosi.

Tuttavia, ad oggi, chi si avvicina a questo strumento deve superare alcuni ostacoli e pregiudizi, come:

  • La presenza di importanti barriere all’ingresso, anche se si tratta di una tecnologia accessibile a tutti, è molto complessa per chi è al di fuori delle sue dinamiche e ci si avvicina per la prima volta;
  • Comprendere il valore di un bene intangibile o i motivi che spingono all’acquisto di un NFT di un asset digitale;
  • Il concetto di portafoglio digitale è un’altro elemento di dissuasione verso l’adozione di questa tecnologia: aprirne uno e trasferirci delle criptovalute è percepito ancora come molto rischioso;
  • L’impatto ambientale, infatti, il processo per convalidare gli NFT nella blockchain è paragonabile a quello utilizzato per verificare le criptovalute e richiede quantità di energia notevoli. I dati precisi non sono ancora accertati, ma è un tema da valutare con attenzione, soprattutto per i brand che stanno facendo della sostenibilità la loro bandiera.

I protagonisti di questa rivoluzione digitale nel settore moda

Molte le realtà che si stanno cimentando in questo mondo, spesso collaborando e contaminandosi a vicenda per realizzare progetti creativi, innovativi e incredibilmente interessanti da seguire per i diversi player del mondo fashion e non solo. Tra queste Genies, società americana di tecnologia avatar, DIGITALAX un’azienda-laboratorio di design di moda digitale con un team interno completo, per la produzione di contenuti, l’esecuzione di pipeline tecniche e l’infrastruttura creativa. Dematerialised, una piattaforma Web3, basata su blockchain LUKSO e il già citato The Fabricant, fashion brand che si occupa esclusivamente di moda digitale.

Tra le innovative aziende che stanno ottenendo diversi risultati, grazie anche alla loro visione e filosofia, non posso non citare DressX, realtà fondata da Daria Shapovalova e Natalia Modenova. Partendo dall’assunto che la quantità di abbigliamento prodotta oggi sia maggiore di quella di cui l’umanità ha bisogno, la start-up di moda digitale con sede a Los Angeles ha lanciato una piattaforma per rendere più facile ai propri clienti provare e acquistare abbigliamento digitale 3D dal proprio marketplace di designer.

Vuoi saperne di più? Parleremo di NFT e molto altro con Olga Chernysheva – Chief Sustainability Officer di DressX e i professionisti della starup tecnologica verticale all’industria delle moda CUSTOMIX, parte del gruppo Applied, durante la special lecture del laboratorio pratico dedicato al mondo della postproduzione video Fashion Video Editing for Social Media in partenza il prossimo 12 novembre.


Andrea Cimatti

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